La Versione di Gunter, un Grand Tour poetico tra viti e vitigni
Della sera allestite indi le mense / per le tende, cibar le opime carni / di scannati giovenchi, e ristorarsi / del vino che recato avean di Lemno / molti navigli; […]. Con queste parole Omero, il cantore dei poemi epici dell’antica Grecia, immortala il pasto dei combattenti che assediano Troia al termine della giornata di guerra. Accanto alle carni non manca il vino, fatto arrivare dall’isola di Lemno per volontà di Euneo, che ne regala mille misure ai condottieri greci Agamennone e Menelao. Il vino, quindi, come fonte di ristoro, come bene prezioso di conforto nel quale rifugiarsi per recuperare le forze. Ma anche come dono, oggetto di munificenza che diventa segno di amicizia e, soprattutto, condivisione.
È con questi valori – accoglienza, condivisione, amicizia, spirito d’avventura – che ha preso vita La Versione di Gunter, ambizioso progetto enologico ed esperienziale che mira a trasformare ogni sorso in scoperta originale. Ogni grappolo rappresenta un’emozione, ogni vendemmia una storia che merita di essere raccontata. Questo lo ha capito bene Gunter, che ha deciso di realizzare il progetto nel dicembre 2020, dopo una vita segnata dalla presenza pervasiva e seducente di vini e vitigni pregiati. E la passione di una esistenza è diventata lavoro di scavo ed esplorazione, nel tentativo di far conoscere le nascoste eccellenze di tante viticolture italiane e straniere. All’insegna di un raffinato e brillante turismo lento, Gunter va alla ricerca di inedite sensazioni per il palato e si fa paladino di lente emozioni che passano dal cuore. La Versione di Gunter è un e-commerce vinicolo del tutto originale perché la vetrina con cui si presenta al navigatore non è commerciale ma editoriale e come tale propone, a chiunque accetti di seguirlo, un viaggio, una storia, un’esperienza da rinnovare di mese in mese, alla scoperta di cantine e produzioni vinicole che cadono al di fuori dei circuiti più mainstream, ma che, nondimeno, meritano di essere gustati in virtù delle loro qualità. Ai propri abbonati – che prendono da Gunter e Simona, la compagna di vita e di viaggi, il nome di Explorer –il sito offre la possibilità di scoprire in anteprima i vini del mese, acquistarli prima che esauriscano le scorte e ricevere a casa una bottiglia sempre diversa e sempre a sorpresa ogni trenta giorni, selezionata in base all’ultimo viaggio di Gunter, ancora inedito sul sito. La promessa non è solo quella di far scoprire cantine e coltivazioni di nicchia, ma soprattutto quello di far vivere, dietro al calice, le passioni e le storie che animano quei vini. In un’epoca fatta di schizofrenica frenesia, dove tutto è in vendita e a portata di click, ciò che ancora non è possibile conquistare solo attraverso lo schermo di un computer sono le emozioni. E La Versione di Gunter sembra procedere in direzione ostinatamente contraria, nel tentativo di dare corpo a una narrazione che si alimenta di volti, di parole e di passioni.
Come per l’Ulisse omerico, spinto a vagabondare per il mediterraneo dal piacere dell’avventura e della conoscenza, così La Versione di Gunter saprà condividere il fiore delle sue ricerche. Un valzer emozionale in grado di conquistare le menti e i cuori dei suoi viaggiatori.
Collectible DRY: Come nasce il tuo progetto?
Gunter: La Versione di Gunter nasce un paio d’anni fa in sessione con la mia coach. All’inizio è solo un’intuizione ma è già potente perché fa leva su un aspetto della mia personalità e lo valorizza. Parlo del piacere di condividere che mi accompagna da sempre. Una storia, una musica, un film: se mi piacciono li propongo alle persone che mi circondano per goderne ancora, tutti insieme. Per il mio business ho scelto il vino perché è da tutta la vita che lo “ascolto”, e perché trovo che sia il mezzo più diretto per sorprendere ed emozionare, per evadere e per rilassare.
CD: Cosa ti ha ispirato nella scelta di un nome così particolare e così singolare nel mondo vinicolo?
G: La Versione di Gunter è il nome che ho scelto per evidenziare che io sono il cantastorie delle mie storie. Quella che racconto è la mia versione dei fatti. È la mia voce. Non sono parole riportate da altri, non sono vicende lette da qualche parte. È vita vera. La mia, e quella di chi ho il piacere e l’onore di incontrare nei miei viaggi.
CD: Vino come sinonimo di avventura. Cosa ti spinge a intraprendere sempre nuovi viaggi?
G: La ricerca spasmodica di emozioni ed esperienze non ancora fatte. Ogni viaggio è un’esplorazione lungo rotte nuove, capaci di riservarmi qualcosa di sconosciuto.
CD: Da cosa riconosci un buon vino?
G: Da come mi fa sentire. Il vino è condivisione. Il vino è convivialità. Il vino è narrazione. Ovviamente un buon vino deve superare un’analisi visiva olfattiva e gusto-olfattiva ma quest’analisi, per quanto importante, non guida mai da sola le mie emozioni e le mie selezioni.
CD: C’è un vino che ti ha conquistato il cuore? Perché?
G: I vini bevuti sull’Isola di Pico nelle Azzorre mi hanno fatto sognare sul posto e sono capaci di farmi sognare sul divano di casa ogni volta che li assaporo. In questi minuscoli atolli di lava dispersi nell’Atlantico ho avuto l’onore e il privilegio di ascoltare dalla loro voce la storia di persone intraprendenti e determinate, che dedicano la propria vita agli studi, alle esplorazioni e alle innovazioni. Dalla loro caparbietà e dal loro spirito visionario sono nati vini altrettanto speciali, che racchiudono l’anima delle Azzorre e la trattengono in bottiglia. Veramente.
CD: E un bel ricordo legato a una delle tue esperienze?
G: Una volta, in una vigna del Portogallo, una bambina ha suonato per noi al violino An die Freude di Beethoven. È successo alla fine della nostra visita, subito prima di salutarci. È stato qualcosa di inaspettato, totalmente spontaneo. Mi sono ritrovato in lacrime, il cuore gonfio di gratitudine per i doni della vita.
CD: Durante i tuoi viaggi non manca mai…?
G: L’imprevisto. Non ho mai concluso un viaggio senza che accadesse qualcosa di inaspettato. Dalla foratura di una gomma alla reazione allergica a un tafano, da una tempesta in pieno oceano al concerto a sorpresa di cui sopra.
CD: Un posto dove non sei mai stato e dove vorresti andare?
G: Wow! Potrei scrivere una lista intera. I più imminenti sono senz’altro i vigneti di Lanzarote nelle Canarie e i luoghi di produzione degli Ice Wine in Romania. E prima o poi mi spingerò su sentieri sconosciuti più lontani, nei vigneti del Cile, della Nuova Zelanda e del Sudafrica.
CD: Qual è la gratificazione più grande che il tuo lavoro ti offre?
G: Partire e andare all’avventura. Incontrare persone e ascoltare storie che non avrei mai potuto conoscere nella mia vita precedente, quando lavoravo in tutt’altro tipo di business. Tornare e condividere le mie esperienze con chi ne ha il desiderio.
CD: Qual è la cosa più importante che vorresti condividere con gli altri?
G: Cosa c’è dietro le mie selezioni. I vini che finisco per scegliere sono solamente il punto di arrivo, arrivano per ultimi, dopo tante altre cose. Anche sul sito è così. Prima ci sono le persone, le loro vite e le storie che scelgono di raccontarmi. Quello che vorrei che arrivasse a chi mi legge è che per comprendere un vino bisogna andare a vedere dove nasce e andare a parlare con chi lo produce. Sono passaggi fondamentali, senza di loro rimane solo un’etichetta su una bottiglia.
CD: Se ti chiedessimo di descrivere La Versione di Gunter con tre parole quali sarebbero?
G: Audacia. Unione. Autenticità.
CD: Toglietemi tutto ma non…?
G: La libertà di essere Gunter.
CD: Cosa vedi nel futuro de La Versione di Gunter?
G: Una comunità di persone accomunate dal desiderio di condividere esperienze autentiche.