Ironia e poesia nel vaso anatomico di Marcantonio per Seletti

 

Qualcosa sembra essersi guastato nella retorica del nuovo. Crescendo, la generazione dei nostri padri ci ha insegnato che “nuovo è meglio”, in un vortice ipercapitalista che si alimenta ancora dei lasciti più edonistici dei consumistici anni Ottanta. L’Occidente, con il suo sistema produttivo, con i suoi paradigmi economici, con le sue simbologie e le sue manie, per tanto tempo si è illuso di incarnare l’unico modello plausibile di società. Per questo, forse, spesso è grandissimo lo shock quando entriamo in contatto con realtà altre, con culture che corrono su binari diversi rispetto a quelli che abitualmente percorriamo. Non c’è una via necessariamente giusta, come non ce n’è una necessariamente sbagliata. Ci sono solo vie diverse, vie possibili, che prevedono la presa in considerazione di punti di vista laterali, devianti, asistemici. Se ne era accorto uno dei genio del Novecento, Ettore Sottsass, quando proponeva come modelli alternativi il l’Africa, il Sud America, l’India, il Giappone.

Marcantonio Love in bloom kitsungi Seletti

Ed è proprio dall’Oriente che forse arrivano alcune intuizioni altamente dall’alto tasso poetico per guardare in un’ottica diversa quello che oggi consideriamo uno scarto. La tecnica del kintsungi è una pratica di restauro giapponese che risale al XV secolo in cui cocci e frammenti di vetro vengono riassemblati con lacca e polvere d’oro. Alla base, l’idea di donare nuova vita agli oggetti rotti, che tornano così ad acquistare nuovo valore.
La riflessione attorno al tema della rottura, dello scarto, del vecchio che si trasforma e acquista potenzialità inedite deve essere alla base del lavoro di Marcantonio Raimondi Malerba, designer italiano che fonde il kitsch con l’arte, riferimenti colti con cultura popolare, tradizione italiana e ispirazioni orientali.

Marcantonio Love in bloom kitsungi Seletti

Love in Bloom Kintsugi è il vaso disegnato Marcantonio per Seletti, in cui si manifestano tutte le passioni del designer. La tecnica kintsugi è unita allo studio anatomico del cuore, per un vaso pensato non solo come oggetto di design, ma come creazione artistica da ammirare nelle sue componenti estetiche. In una giocosa metafora del “cuore infranto”, Marcantonio usa l’oro per riassemblare i cocci frantumati, rendendo esplicite le potenzialità insite negli scarti. Un’anima orientale, unita però a un gusto estetico di marca quasi surrealista, per un vaso pensato come portafiori, che può essere sia attaccato al muro, sia poggiato a terra grazie a un piccolo piedistallo sul retro. Un cuore di porcellana, che diventa il bulbo da cui sbocciano i germogli dei sentimenti.

 

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Tutte le immagini: Seletti