Con La Versione di Gunter basta un bicchiere di vino per poter sognare
Il viaggio, l’avventura, la spirito d’avventura e di scoperta. Nella nostra mente solitamente questi concetti sono associati agli avventurieri bohème d’altri tempi o ai ricchi signorotti della miglior borghesia dell’Ottocento, con i loro Grand Tour e i loro viaggi all’insegna del turismo lento e romantico. Nella frenesia della vita quotidiana, sembra un miraggio poter interrompere la routine per concedersi il lusso di una vacanza da dedicare alla riscoperta dei sensi e alla valorizzazione delle proprie esperienze. A volte, però, capita che ci sia qualcuno che ci insegni che un altro modo di vedere e pensare è possibile. La Versione di Gunter ha l’ambizione di essere uno di questi.
Per chi deciderà di seguirlo in questa avventura, Gunter promette un tour esotico attorno sulle tracce dei più segreti e migliori vini d’Europa e del mondo. D’altronde, Ovidio diceva che “il vino prepara i cuori e li rende più pronti alla passione”. È nel nome della passione, quindi, che Gunter ha scelto di incamminarsi lungo le coste provenzali o nelle valli dell’entroterra portoghese, per offrire ai suoi viaggiatori qualcosa che trascende il semplice sorso di un buon vino: un’emozione.
Pochi mesi fa, per esempio, Gunter si è imbarcato per un volo verso l’isola di Pico, in Portogallo. L’isola fa parte dell’arcipelago delle Azzorre e il nome deriva dal vulcano che sorge al centro, il Ponta do Pico. Sperso nel mezzo dell’Oceano Atlantico, questo atollo deve la sua fertilità alle rocce vulcaniche. In un paesaggio brullo e roccioso, la nera pietra lavica delle Azzorre restituisce però dei filari pregiati, che racchiudono la stesa ribelle energia che caratterizza questi paesaggi. Nel XIX secolo, la filossera, un insetto infestante di origine americana, rappresentò un vero flagello per l’industria del vino di queste aree. Dal 2016, però, l’Azores Wine Company, guidata da António Maçanita, si è posta come obiettivo quello di riscoprire le viticolture originali dell’isola di Pico, attraverso un processo di bonifica e recupero dei vitigni. Dopo anni di lavoro per riportare le coltivazioni al loro antico splendore, l’azienda Azores Wine Company si distingue per vini che ricalcano il connubio inscindibile tra fuoco e acqua, terra e mare, delle terre da cui nascono. Tra questi spicca l’Arinto dos Açores, l’essenza dell’azienda. Gunter lo descrive come un vino incredibile frutto di un vitigno autoctono e di un’uva unica, che non ha altre corrispondenze genetiche nel mondo. Dal colore agrumato, questo vino nato guardando il mare dalle fessure della roccia vulcanica è come un’onda che si infrange su uno scoglio. Deciso al palato, le note di pompelmo sono un invito a lasciarsi trasportare dal rollio di una nave.
Nell’entroterra tra Marsiglia e Montpellier, non lontana da Avignone, sorge Les Baux-de-Provence. In quel paesaggio accecato di sole, dove Vincent Van Gogh decise di passare gli ultimi anni della sua breve e tumultuosa vita in cerca di un’ispirazione che lo aiutasse a schiarire la sua pittura, si respira ancora la dimensione intima e domestica dei ritmi di campagna di un tempo che ormai sembra perduto. Qui la vendemmia è ancora un momento comunitario, con le stesse famiglie che da generazione in generazione, alla fine dell’estate, si ritrovano per cogliere i grappoli d’uva. Gunter ha scelto questa destinazione per visitare Anne Poniatowski, che oltre a essere la prima cittadina del paese è proprietaria della tenuta Mas de la Dame insieme alla sorella Caroline Missoffe. Al modo degli antichi romani che per primi colonizzarono queste zone, il bisnonno di Anne comprò l’appezzamento di terra nel lontano 1903, piantandovi viti e olivi. E come in antichità, oggi Anne continua a coltivare la sua uva utilizzando da sempre solo processi naturali e senza l’uso di prodotti chimici. Il risultato non potevano che essere dei vini spaziali e, come dice Anne, imprevedibili, perché nati dalla collaborazione tra uomo e natura che, ontologicamente, è ingovernabile. Uno di questi è il Coin Caché Rouge, un rosso ricavato da uva colta al limite della sovramaturazione, così da avere un concentrato di aromi diversi. È certamente un vino che si impone per la sua personalità, un mix imprevedibile che punta a farvi perdere tra i verdi della Provenza.
Dai paesaggi assolati della Provenza a quelli brulli e scoscesi del Portogallo meridionale, dove le coste atlantiche si inerpicano sulle colline lunari a confine con la Spagna. Nel tentativo di saggiare tutte le sfaccettature che un viaggio offre, Gunter ha scelto la bellezza scarna e minimale per uno dei suoi viaggi. Nel villaggio di Santana, frazione di Portel, nella regione di Alto Alentejo, António Cavalheiro è il vigneron della cantina Herdade Aldeia de Cima, eccellenza vinicola che fa dell’agricoltura biologica e del rispetto per la natura i propri mantra. Per António e Nelson Coelho, responsabile delle vendite, infatti, rispetto della natura vuol dire anche rispetto della storia e rispetto delle tradizioni, che si traduce con un gusto in grado di sintetizzare lo spirito selvaggio dell’Alentejo. Luisa Amorim è la figlia di Américo Amorim, che acquistò queste terre nel 1994. Oggi Luisa è l’attuale proprietaria e crede fermamente nel lavoro di Nelson e António, che loro riassumono in una frase: “Non vogliamo quantità, vogliamo particolarità e unicità”. È Facile capire come la cantina Herdade Aldeia de Cima sia una realtà di passioni e storie che si intrecciano e il risultato non poteva essere nient’altro se non un vino come il Reserva Tinto. Felice parto di una vinificazione che António definisce “contemplativa”, dove l’intervento umano è ridotto al minimo, il Reserva Tinto è un rosso da cui traspare la natura terrosa del suolo e dei vitigni. Con il suo gusto corposo, vivace e brioso, il Reserva Tinto racchiude tutte le qualità di un vino pensato per essere sorseggiato, atteso, contemplato con la dovuta calma. Le stesse caratteristiche del viaggio da sogno, che Gunter cerca di far rivivere nella mente, nei cuori e nei palati di chiunque sia abbastanza sognatore da seguirlo.