La collezione Tweed de Chanel introduce l’idea di un tessuto per formare la struttura di pezzi straordinari. Un omaggio al dinamismo di Mademoiselle grazie al lavoro poetico e rispettoso di Patrice Leguéreau, direttore della creatività dell’Alta Gioielleria di Chanel.
Words GIOVANNI AUDIFFREDI
Se serve individuare un pezzo simbolo, forse è la collana Tweed Royal. Un insieme di intrecci di pietre preziose, diamanti e rubini (ce ne sono ben 37 ovali per 41 carati complessivi), che incastonano un tessuto dorato, modellato a trama di quella stoffa che ha iniziato ad appassionare Mademoiselle Chanel durante le sue fughe in Scozia, al braccio dell’amato Hugh Bendor Grosvenor, secondo duca di Westminster. Mademoiselle Coco prese in prestito le giacche di tweed del Duca, introducendo nelle sue collezioni il tessuto lanoso, caldo e confortevole, che costituiva l’armatura più morbida per affrontare la durezza del clima scozzese. Osservare da vicino la vastità dei dettagli della collezione di Alta Gioielleria Tweed de Chanel, composta da 63 pezzi, è immergersi in un incredibile tesoro, reso sospeso proprio dalla costruzione sartoriale della sua identità. Un mondo non soltanto fatto di ricchezza e splendore, ma soprattutto di abilità artigianale, savoir faire, pensiero e volontà nell’applicarsi a un’idea del bello sofisticato che punta all’eccellenza e sfiora la morbidezza materica del tweed rivisitato, pilastro sartoriale della maison Chanel. Stelle, fiocchi, sole, camelie, tutta la simbologia di Mademoiselle ricorre nella collezione, come fosse un firmamento nel quale si stagliano all’improvviso astri speciali, come tracce di un passaggio della cometa Chanel, piena di storie, di idee, di sensibilità creativa.
Magnifico come a dare vita alla collezione di alta gioielleria Tweed de Chanel sia un uomo dall’animo gentile. Patrice Leguéreau, dal 2009 è il direttore dello Studio Creativo dell’Alta Gioielleria di Chanel: “È un movimento, un’espressione, un’emozione. Il gioiello Chanel è materia viva, l’interpretazione del tweed è leggerezza, fluidità, il confort. Sono dei pezzi vivi. C’è sempre nelle creazioni Chanel un rapporto autentico e vibrante tra l’oggetto e la dinamicità”.
La prima collezione di Alta Gioielleria Tweed de Chanel ha raccolto molta attenzione nel 2020. È stato un coup de foudre?
Volevo presentare questo tessuto così centrale nell’universo Chanel e che è diventato per la prima volta l’ispirazione per una collezione di gioielli. Si è trattato di gettare le basi, quasi letteralmente. I gioielli hanno spesso attinto ai codici della couture ed è eccezionale che un tessuto sia servito come punto di partenza. Da quando sono entrato in Chanel, sono rimasto affascinato dal tweed. Una delle prime persone che ho incontrato è stato François Lesage, e ricordo che mi mostrava i suoi archivi di ricami e tweed. Sono stato subito attratto da questo materiale e dalla sua storia. E ho fatto tessere appositamente dei quadrati di tweed, così da poter osservare il tessuto da vicino e trarne ispirazione per la seconda collezione.
Hai scritto il secondo capitolo di questa storia relativamente presto: perché?
Volevo davvero spingere oltre il concetto, per ritagliare un posto definitivo per questo tessuto eccezionale nel Patrimonio dell’Alta Gioielleria. L’idea era di penetrare più in profondità nella materia, di zoomare sui dettagli. E per arricchire questo tema fondante della Maison con design e artigianalità ancora più preziosi. Ho voluto intrecciare un tweed con pietre preziose, creare forme più audaci, comporre una storia unica con ogni pezzo della collezione, che ne conta oltre sessanta.
Come hai saputo intrecciare, nel tweed, altri temi preferiti della Maison Chanel…
Ho strutturato la collezione in cinque capitoli, corrispondenti a cinque icone Chanel: il nastro, la camelia, la stella, il sole e il leone. Il primo di questi, Ribbon, celebra la leggerezza, la flessibilità, il movimento e le curve, utilizzando materiali bianchi tra cui perle, diamanti e oro bianco. La camelia si schiude in un gioioso mondo rosato di zaffiri e spinelli. The Star è un’esplorazione del blu in tutte le sue sfumature, dall’onice allo zaffiro al lapislazzuli, con piccole stelle sparse nel tweed come ricami. Il Sole è radioso, con pezzi più audaci e opulenti, pavimentati d’oro e una moltitudine di pietre gialle. E infine, il Leone, ostenta il suo potere senza rivali in un mondo in cui l’energia dominante del rosso crea un tweed di grande ricchezza e sfarzo. Ognuna di queste famiglie esprime così uno spirito, una densità e un volume diversi.
Quale sarà il destino di questa collezione così completa, preziosa, quasi museale?
Come in tutte le collezioni esiste una coerenza che rende questi pezzi consequenziali e in rapporto tra loro. Quando riesce questo lavoro significa che il pensiero è stato coerente e si è sviluppato in armonia. Introdurre il tema del tweed nella gioielleria di Chanel è stata una sfida che ha ancora molte opportunità di sviluppo. Questa collezione è pensata per un pubblico, ma la sua idea e il suo destino non è divisibile, è solo condivisibile.
Questi gioielli hanno una modernità surrealista?
Sicuramente sono gioielli ricchi di un contenuto intellettuale. Ci sono la storia, il simbolismo, la tecnica del tweed, la manifattura. Ma nel caso di Chanel non si tratta di un’arte decorativa fatta di belle pietre preziose, forme particolari e creatività. Per Chanel quello che conta è il senso profondo che si cela dietro questi oggetti che devono essere portatori di valori e aprire altri sensi, nuove emozioni provocate da ciò che sta dietro un gioiello.
My favorite things: watches and jewellery – POWER & PRESTIGE issue #3
